E così inaspettatamente e meritatamente il Valpolicella Rugby vince la prima Carli Cup da quando è stata istituita una quindicina di anni or sono come trofeo per le squadre di rugby cittadine. Bravi i ragazzi della Valle del Vino. Domenica 13 marzo la coppa dedicata a Carlo Ranzato, ha iniziato il cammino alle 15.25 circa verso via delle Tofane, San Pietro In Cariano, sede del club rosso-giallo e si è accomodata in bacheca alle 16.05. Qualche altra volta vi era quasi giunta, poi il risultato era mutato nei minuti finali ed era tornata a Verona. Istituita nella stagione 2007-08 era rimasta sempre nelle sedi veronesi del club cittadino, qualche volta era stata agguantata all’ultimo minuto, altre non si era mai mossa dalla sua postazione. Ho un grande interesse per la stracittadina, sono uno stagionato appassionato di rugby con una particolare attenzione per quello veronese e questa è la prima volta, se la mente mi soccorre, che non assisto dal vivo alla partita che mette in palio la Coppa Carli. Domenica il pranzo è finito troppo tardi per arrivare in Via San Marco con l’anticipo che necessitano, almeno per me, le grandi sfide della palla ovale, così mi sono messo davanti allo schermo e ho seguito in diretta la sfida. L’ho anche rivista per avere maggiori dettagli perché scrivere di rugby da remoto è sempre faticoso. Ho riletto le impressioni scritte velocemente domenica e tutt’ora penso che, dopo i venti minuti iniziali e il risultato largamente a favore del Verona, avrei potuto spegnere pensando ad una contesa già risolta a favore dei padroni di casa, ma così non è stato. Ho continuato, tenendo bene a mente, un appunto che diceva “Valpolicella determinato e presente”. Ho ammirato nel primo tempo qualche sprazzo di gioco del Verona e la tenace resistenza e volontà di fare gioco continuamente dei ragazzi in Giallo-Rosso. Questi hanno mostrato l’essenziale del rugby: giocare con continuità senza avere timore del risultato negativo. Il Verona ha continuato il suo gioco, spesso scolastico, perdendo, man mano che i minuti passavano, il controllo del possesso. Le fasi statiche sono diventate sempre più problematiche con una rimessa laterale sempre meno efficace e una tendenza a “disorganizzarsi”. Il risultato era ampiamente a loro favore, anche se, il secondo tempo ha mostrato sempre più la capacità del Valpolicella di mantenere alto il contrasto sui punti d’incontro, incrementando la capacità, arrivati nei ventidue metri scaligeri, di impostare raggruppamenti avanzanti su cui la mischia veronese non ha mostrato capacità di contrasto efficaci. Le mete del Valpolicella sono arrivate da quelle fasi di gioco e da una difesa che ha saputo arginare i tentativi offensivi di Verona, sempre più incapace di organizzare un gioco proficuo avendo perso le fonti del possesso. La disorganizzazione è diventata troppo evidente nei padroni di casa, mentre il punteggio era sempre più in bilico e i falli del Verona diventavano patologici, mettendo un serio freno a qualsiasi iniziativa di riconquistare campo e qualità di gioco. Il sorpasso del Valpolicella è stato il frutto di quaranta minuti di costante capacità d’interdire il gioco dei padroni di casa, rilanciando l’azione e segnando ventiquattro punti, quanti bastavano a tenere a distanza il Rugby Verona ormai poco capace di ribattere. Per dovere di cronaca segnalo che gli ultimi minuti di gioco sono stati l’ultima opportunità per il Verona di cambiare il risultato. Le ripetute mischie avute ai cinque metri dall’area di meta del Valpolicella non hanno sortito niente, se non azioni individuali poco organizzate che si sono infrante sull’ordinata difesa degli ospiti. Un fallo degli antracite ha messo fine alla contesa e la Coppa Carli si è sistemata definitivamente in Via delle Tofane a San Pietro in Cariano. Ferraro e compagni hanno alzato la coppa meritatamente avendo affrontato la partita da sfavoriti per la posizione in classifica. Sono riusciti a ribaltare, con grande merito, quelle che erano state le prospettive della vigilia. La vittoria può rilanciare la loro stagione, partita molto bene, ma fermatasi per una serie d’infortuni e di risultati negativi. Verona è in un periodo poco favorevole, credo abbia bisogno di ripensare al comportamento in campo rispetto alle regole del rugby e a una maggior focalizzazione del gioco per ottenere risultati. Aspetto il ritorno per avere maggiori dettagli sullo stato della palla ovale veronese, per intanto gloria al Valpolicella Rugby. Godetevi la vittoria, l’avete meritata.
Un amico stabile sugli scalini del Gavagnin mi ha “accusato” di aver mantenuto un commento sulla partita molto neutrale. Chiede qualche nota di colore, lo accontento, con quanto ho scritto durante la telecronaca magnificamente illustrata da Davide Adami. Queste di seguito sono le note scritte
- “Conosco più giocatori in campo del Valpolicella che quelli del Verona”. I tempi cambiano, così come il rugby e veniamo da due anni di liberta vigilata per pandemia in atto, comunque sia mi sono perso qualche puntata del rugby veronese, nonostante la mia frequentazione del centro Payanini.
- “Ottime giocate del Verona, figlie di iniziative personali” “Verona solista, poco capace di giocare coralmente. Valpolicella essenziale, quasi elementare. Sempre presente” Le note sono relative al primo quarto dell’incontro.
- “Verona perde focus in alcuni frangenti sembrano degli scolari in cerca dell’approvazione del maestro” “Valpolicella ancorato alla base del rugby” La seconda parte del primo tempo è stata un’anteprima di quello che sarebbe successo nel secondo.
- “Hanno (il Verona ndr) uno skill coach, probabilmente sarà deluso, oppure incazzato” La marea di errori di gestualità gratuiti dei suoi giocatori è stata imbarazzante così come i falli elementari e privi di qualsiasi senso pratico.
- “Valpolicella ha visto le precedenti partite del Verona e mette in atto raggruppamenti avanzanti su cui la mischia di Verona è veramente povera di contrasto” La nota è stata scritta, ora, con maggior qualità lessicale Sono stato impressionato dalla fondamentale incapacità di impostare e difendere le maul da parte del pacchetto antracite che si è manifestata anche nelle partite giocate le scorse settimane.
- “La lingua batte dove i dente duole” “Valpo cinico” I ragazzi in giallo-rosso-nero hanno giocato, giustamente, sulle debolezze palesi, del Verona, nelle fasi statiche
- “La rimessa laterale sembra sia stata disorganizzata appositamente”. Questo il mio commento vedendo l’inconsistenza di una fase fondamentale nel gioco del rugby. Qualcuno di voi ricorderà Orioli tallonatore francese.
- “Verona con la testa alla fase successiva. Valpo pressa e conquista” Qualche giocatore del Verona sembrava sfuocato sulla fase di gioco in corso, forse pensando al dopo. L’intensità è andata a spasso lungo la linea ferroviaria del Brennero 🙂 Ferraro e compagni hanno continuato ad incalzare una squadra incapace di giocare con continuità e hanno vinto.
- “Assalto al forte senza piani di lotta” Gli ultimi minuti hanno mostrato una grande difesa del Valpolicella e una situazione favorevole, mischia ai cinque per Verona, giocata spesso senza uno schema adatto per sfondare. Le occasioni per farlo sono state almeno quattro, ma nessuna è stata giocata con criterio.
- “I ragazzi del Valpo hanno scelto uno splendido palcoscenico per vincere la Carli Cup” Nota finale senza bisogno di commenti.
Articolo ottimo.!
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