Onore e gloria alla Nuova Zelanda che ha meritato il terzo successo nella Coppa del Mondo di Rugby 2015.
E’ il coronamento di un percorso iniziato con una sconfitta nel 2007 e portato avanti con tenacia e capacità da una nazione ovale prima per studio e applicazione della materia ovale nel proprio orto di casa e poi esportata in ogni parte del mondo. Ammirazione somma per la gestione di un gruppo di giocatori che sono stati brillantemente guidati, da Hansen e il suo gruppo di lavoro, con una proprietà d’intenti e risultati da mettere nell’enciclopedia della costruzione perfetta di una squadra. Grande rispetto per eroi eponimi in Maglia Nera che sono arrivati con puntualità e forma perfetta all’appuntamento a cui la loro Nazionale era stata progettata e costruita per perseguire l’intento di seconda vittoria consecutiva che nessuno era riuscito mai a raggiungere nelle precedenti edizioni della RWC. Grande inchino a giocatori che hanno segnato la storia del rugby mondiale andandosene con in mano la Coppa più ambita di Ovalia.
Lode all’Australia capace di arrivare fino in fondo al cammino dopo anni di opaca mediocrità, scrivendo un capitolo importante per l’evoluzione del rugby Wallabies. Stima per una banda di giocatori che un rude e pratico allenatore, Michel Cheika, ha messo in condizioni di vincere un Rugby Championship per poi qualificarsi in un girone della RWC, dove ogni partita è stata un quarto di finale.
Un caldo saluto a tutti i protagonisti di questo evento che allieta ogni quattro anni il mondo del Rugby mondiale. Dal 18 Settembre al 31 Ottobre ci hanno deliziato con quarantaquattro giorni d’intensa immersione nella palla ovale ai suoi massimi sistemi. Un poco ci mancherà la giornaliera visione e lettura delle vicende della RWC 15. E’ ora di tornare a casa, scendere dalle vette e guardare il proprio panorama ovale perché è qui che viviamo la nostra passione per la palla ovale.
Un lungo e immenso addio a giocatori che ci hanno mostrato meraviglie e provocato stupore per le loro abilità, fedeltà e dedizione al gioco del rugby. Troverò degli altri eroi eponimi, ma come sempre sarà un cammino tortuoso. Questa edizione segna la fine del cammino di personaggi che hanno illuminato il mondo del rugby negli ultimi dieci anni e forse più. A loro un immenso grazie.